L'alba meridionale lyrics
L'alba meridionale lyrics
Camminavo nei dintorni dell’albergo – era sera –
e quattro o cinque ragazzetti comparvero,
nella pelle di tigre dei prati, senza
una rupe, un buco, un po’di vegetazione
dove ripararsi da eventuali spari: ché
Israele era lì, sulla stessa pelle di tigre,
cosparsa di case di cemento e vani
muretti, come in ogni periferia.
Li raggiunsi, in quell’assurdo punto,
lontano dalla strada, dall’albergo,
dal confine. Fu un’ennesima amicizia,
una di quelle che durando una sera,
straziano poi tutta la vita. Essi,
i diseredati, e, per di più, figli
(che, dei diseredati hanno il sapere
del male – il furto, la rapina, la menzogna –
e, dei figli, l’ingenua idealità
del sentirsi consacrare al mondo),
essi, ebbero subito la vecchia luce d’amore
– come gratitudine – nel fondo degli occhi.
E, parlando, parlando, finché
scese la notte (e già uno mi abbracciava,
dicendo ora che mi odiava, ora che no,
mi amava, mi amava), seppi, di loro, ogni cosa,
ogni semplice cosa. Questi erano gli dei,
o figli di dei, che misteriosamente sparavano,
per un odio che li avrebbe spinti giù dai monti di Creta,
come sposi assetati di sangue, sui Kibutz invasori
sull’altra metà di Gerusalemme…
Questi straccioni, che vanno a dormire, ora,
all’aperto, in fondo a un prato di periferia.
Coi loro fratelli maggiori, soldati
armati di un vecchio fucile e di due baffi
di mercenari rassegnati a vecchie morti.
Questi sono i Giordani terrore di Israele,
questi che davanti a me piangono
l’antico dolore dei profughi. Uno di essi,
deputato all’odio, già quasi borghese (al moralismo
ricattatore, al nazionalismo che sbianca di furore
nevrotico) mi canta il vecchio ritornello
imparato dalla sua radio, dai suoi re –
un altro, nei suoi stracci, ascolta assentendo,
mentre, come un cucciolo, si stringe a me,
non provando altro, nel prato di confine,
nel deserto giordano, nel mondo,
che un misero sentimento di amore.
- Artist:Pier Paolo Pasolini
- Album:Poesia in forma di rosa