Le interiora di Filippo lyrics

Songs   2024-11-26 11:46:30

Le interiora di Filippo lyrics

È successo che:

Un amico mio molto interessato al cibo, al suono, al vino e al creato

Un giorno mi ha scritto una lettera e io l'ho ascoltato

Ha detto:

Guarda che tu devi scrivere un pezzo tipo metafora sulla cucina romana

O comunque di frattaglie

Dove tu fai il cuoco, l'alchimista e le frattaglie so' le parole

E nonostante la puzza de merda che invade la cucina quando prepari la pagliata

Alla fine te sei imparato che esce fuori un piatto prelibato

Poi ci siamo persi in una cosa di linguaggio non parlato

Di segni, gesti, traiettorie di linguistica, il non ascoltato

Percorso complicato

Conversazione strana quella sera, ma poi lui ha riattaccato:

Devi scrivere una roba su sangue e merda che diventano nutrimento e godimento

Devi parlà coi macellai che trasformano la morte in vita, e coi fornai

Devi raccontà che chi gioca con le parole, quando lo fa sul serio

Affonda le mani nelle viscere del senso e rischia la propria vita pe' davero

E mette le proprie viscere su un piatto di una tavola imbandita

Perché poi tutti possano mangiarne e nutrirsi di senso

Come sto a fa' io adesso, o almeno penso

A quel punto gli ho detto a questo mio amico, che siccome andava forte

Già che c'era, andasse pure avanti e me portasse a casa un pezzo lui, già finito

E infatti, ha insistito

Ma prima:

Io ci metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

Metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

Boh

Sarà che leggo tanto de 'sti tempi

Ma il filo che unisce la parola alla lingua

Il linguaggio al pensiero

Il pensiero al sacro dei versi e quindi al mistero

Al racconto, alle viscere

Al sacrificio, alla ricerca, al senso del suono

Del teatro e di Bacco, è sempre più chiara, ha detto:

Pensa agli Aruspici che cercavano risposte nelle carni animali

Pensa al sangue versato per risalire la via del trans-naturale

Pensa a come tutto questo era il collante della comunità

Come la comprensione del divino

E pensa alla tavola

Che a tutto questo si è sostituita

Come collante sociale insieme al vino

E alla parola fatta cornice

Bisogna andare in profondità

Basta con 'sta superficie!

Tocca magnasse er core insieme devi capì

Perché il punto è la creazione

Anzi la metafora del mito della creazione

Perché non si dà la vita, semmai la si toglie

Semiotico marito di semantica moglie

Si prende e si trasforma e la parola, fa lo stesso

Perché non ci è dato di esistere al di fuori del pensiero

Che poi è linguaggio

E il tentativo estremo di de-pensarci porta all'oblio

E la creazione pretende violenza, pretende metamorfosi

Altrimenti è creatività sterile, chiacchiericcio da bar

Altrimenti è il piatto bello solo da fotografare

Invece la parola e le frattaglie so' 'na cosa sola

E cioè il continuo tentativo di dare... la vita!

Ma prima:

Io ci metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

Metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

E non è un caso, facci caso

Che la parola, il cibo e il sangue sono le fondamenta della religione

Che poi è il pensiero che cerca di dare forma e nome

A ciò che trascende il pensiero e il linguaggio

E poi ha detto:

Mo' basta, che vado a vedé il secondo tempo della Magica

Forza Roma, forza Capitano

Ma la Roma ha perso e lui ha ripreso:

Mio nonno diceva sempre che quando si sta a tavola

Si mangia in silenzio perché si combatte con la morte

Per un sacco di tempo l'ho trovata una cosa affascinante

Che nonno era ignorante e mi sembrava elevarlo, mi sembrava potente

Poi però ho pensato che fosse sbagliato

Perché la morte si combatte in altri modi

E la parola e il pensiero a tavola, e intorno alla tavola

Sono un modo di festeggiare, condividere, vivere insieme

La gioia del sangue e del cibo

E infine penso alle riflessioni di Abbado sul silenzio

Dice che prende senso come preludio al suono

Come tavolozza bianca su cui dipingere la musica

E contemporaneamente

Come condizione di riposo a cui tutta la musica tende

Se ci pensi, ogni discorso, ogni filo di parole cucita l'una all'altra

Presuppone il silenzio come condizione

E ogni discorso, anche quello della tavola

Anche la preghiera, fatta di brindisi

Cazzate e profondità che si snodano intorno al pasto sacro

O allo spazio di racconto

Nasce dal silenzio

E in fondo al silenzio tende

E il silenzio brama

Io gli ho solo scritto: "Bravo"

Non so se ho capito tutto

De-pensare per esempio non l'avevo mai sentito

E poi lo sai che le frattaglie a me me fanno pure un po' schifo

Quante cose c'hai addosso, amico mio, con la pancia e la testa piena

E sì, leggi un po' troppo

Ma quello scrivi io me lo bevo e mo' ci faccio una canzone

Perché me l'hai servita su un piatto molto, molto ricco

Come la chiamo lo capiremo poi

Intanto queste sono le interiora di Filippo

Ma prima:

Io ci metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

Metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

Io ci metto un ritornello pop

Per alleggerire un po'

Perché l'ho capito già da un po'

Che dopo il play, arriva lo stop

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  • country:Italy
  • Languages:Italian
  • Genre:Pop-Rock, Singer-songwriter
  • Official site:
  • Wiki:https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Leoni_(cantante)
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